Przemysław POWIERZA
Tax Partner presso RSM Poland
Torniamo alla scenetta del ristorante – è ovvio che se questa spiacevole situazione fosse capitata a noi, pur di non incappare in una figuraccia, avremmo prontamente pagato per l'ospite maleducato. Se però pensiamo a una situazione analoga in un contesto fiscale, rimaniamo doppiamente spiazzati. Innanzitutto le cifre in gioco sono solitamente molto più alte rispetto al conto pagato per una buona cena al ristorante. Secondo pagare per un altro non ci protegge in realtà da eventuali danni d’immagine. Anche sobbarcandoci un onere fiscale aggiuntivo e non preventivato, risulta complicato valutare e quantificare le perdite a cui andiamo incontro. Segreto fiscale? Macché – basta far riferimento alle nuovissime proposte del Ministero delle Finanze. Il cosiddetto elenco IVA programmato rende sufficientemente pubbliche alcune informazioni; una parte dei contribuenti rende note le proprie discussioni con il fisco in quanto deve fornire delle spiegazioni agli azionisti. Negli altri casi sarà la buona volontà dei nostri clienti a venirci in soccorso, magari quando un dipendente dell’agenzia delle entrate busserà alla loro porta per i cosiddetti controlli incrociati.
Possiamo pertanto affermare che lasciar volutamente perdere equivale a riconoscere le nostre responsabilità. Non solo è possibile, ma occorre anche proteggersi da questi inconvenienti. Come?
Prima di intraprendere una battaglia nel corso di un controllo fiscale, doganale-fiscale o di un procedimento fiscale, occorre andare a ripescare le nostre armi a disposizione. Recentemente ci ci si sofferma sulla necessità di introdurre procedure di protezione per i contribuenti in buona fede rispetto agli altri attori coinvolti. Lo stesso si potrebbe applicare per la scelta di una macchina aziendale di rappresentanza. Non ci recheremmo mai da un cliente con una vecchia Opel Station wagon. Una Porsche luccicante suggerirebbe immediatamente che il prezzo dei nostri servizi sarà molto più elevato. Esiste una via di mezzo? Certo – meglio non esagerare né in un senso né in un altro. In entrambi i casi possiamo essere accusati di concorso nel reato fiscale.
I consulenti avanzano le loro proposte nell’ambito delle procedure di protezione soprattutto durante i vari corsi di formazione. Di solito è più facile così. Non è necessario fare alcun riferimento ai particolari di un caso specifico. Ma sono proprio questi particolari a fare la differenza per raggiungere una soluzione ottimale per smarcarsi dall'accusa di concorso nei reati di frode dell’IVA. Pertanto l’elaborazione di una procedura individuale richiede di solito lavoro e tempo, ma solo per la prima volta. Quando il “motore” sarà ben oliato, eventuali miglioramenti o aggiornamenti non saranno più così faticosi.
Occorre partire dalla verifica dei clienti – chi sono, di cosa si occupano, quali aspetti della loro attività vanno esaminati. Ogni imprenditore serio (pertanto solitamente anche il contribuente) passerà al setaccio tutte le forme di collaborazione con il cliente. La serietà imprenditoriale non è però tutto; il rovescio della medaglia è rappresentato dall'onestà fiscale. Durante i vari corsi di formazione vengono illustrati i seguenti metodi:
- la verifica delle informazioni contenute nel KRS (Registro Nazionale Giudiziario) o nel CEIDG (Registro e informazioni centralizzate sulle attività economiche) rappresenta un buon punto di partenza anche se, al fine di verificare la coerenza dei dati provenienti da varie fonti, va detto che il loro aggiornamento dipende in gran parte dalla diligenza dell'interessato stesso;
- la verifica del soggetto in base al REGON (codice dell’elenco nazionale per le attività economiche) – utile solamente per la verifica della coerenza dei dati contenuti nei vari sistemi; il GUS (ufficio di statistica) non monitora accuratamente gli imprenditori;
- l'utilizzo del database disponibile sul Portale Fiscale del Ministero delle Finanze ove possiamo verificare, unicamente su base giornaliera, se il soggetto in questione è un contribuente attivo dell’IVA; tuttavia non veniamo a conoscenza dello status del giorno precedente;
- la presentazione della domanda al capo dell'ufficio fiscale di competenza per il rilascio di un certificato relativo alla parte interessata, qualora si possa attendere fino a7 giorni per il suo rilascio; succede anche che certificati riguardanti soggetti con comportamenti assai sospetti prolungati nel tempo, vengano rilasciati senza battere ciglio;
- l'utilizzo dei servizi per le indagini economiche, volti ad accertare l’affidabilità del pagatore: nonostante richieda molto tempo e un discreto investimento economico si raccomanda tale strada solamente nel caso dei soggetti più grandi;
- la verifica della sede (dell'ufficio, del magazzino) anche se occorre ricordarsi che la tipica intermediazione commerciale non richiede un contatto diretto con la merce, e lo svolgimento di tale attività non prevede alcuna base logistica. Le conclusioni pertanto potrebbero essere troppo affrettate;
- le richieste inoltrate riguardanti la spedizione di scansioni/copie delle dichiarazioni VAT-7 presentate all'ufficio fiscale o le conferme elettroniche della spedizione dei file JPK-VAT (formato di registrazione della documentazione finanziaria-contabile dell'azienda). Occorre ricordare in tale sede che primi documenti menzionati possono essere facilmente falsificati e hanno alcuna valenza, mentre gli possono includere dati non attendibili; va sottolineato inoltre che potremmo apparire da subito molto sospettosi agli occhi di una persona onesta.
Quale strada pertanto va percorsa? Occorre adattare gli strumenti al caso specifico, affinché l'utilizzo di forze e mezzi sia proporzionato all’entità del rischio. I potenziali clienti vanno suddivisi in categorie, e l’approccio deve essere individualizzato. Una buona procedura, meglio se elaborata con un consulente fiscale esperto, faciliterà notevolmente la verifica e limiterà il potenziale impatto negativo sull'attività imprenditoriale.
I clienti stranieri devono ricevere un trattamento differente? Ve lo racconterò nel prossimo articolo.